Per rispondere a queste domande: "da qui al 2030 quale, tra le quattro culture (umanistica, scientifica, sociale, virtuale), svolgerà un ruolo preminente?"; "Chi vincerà specializzazione o cultura generale?"; "I saperi teorici sono desinati a scomparire e le competenze pratiche a prendere il sopravvento?", Domenico De Masi, il noto sociologo, ha promosso una ricerca dal titolo "Come evolverà la cultura nel prossimo futuro?" (di prossima pubblicazione).
I primi dati rivelano che i giovani saranno familisti infedeli, credenti non devoti, connessi, con scarsa memoria di lungo termine, intenti a sviluppare la propria identità sui social piuttosto che dentro di sé, disponibili verso nuovi valori e nuove forme culturali. Che la musica continuerà a essere il principale linguaggio espressivo di riferimento delle nuove generazioni, con la sua capacità di aggregare ed emozionare. Confermerà il suo ruolo di bandiera unificante, motore propulsore e colonna sonora di un percorso sociale comune.
E anche che nel 2030, uno dei problemi del cambiamento repentino e veloce sarà l'impossibilità di introiettarlo. Si finirà per fruirne soltanto a livello superficiale. Per una vera trasformazione sarà necessario un cambiamento ideologico che difficilmente deriverà da un'innovazione tecnologica.
Che il tempo e spazio continueranno a essere doppiati dal "tempo reale" e dallo "spazio virtuale". La cancellazione dei confini dello spazio produrrà una nuova consapevolezza spaziale e nuove forme di cosmopolitismo.
L'influenza delle innovazioni tecnologiche sull'economia e sul mercato del lavoro sarà resa sempre più incisiva dall'emergere della "app economy", dallo sviluppo della robotica e della "fabbrica intelligente", dalla "manifattura additiva" (stampa 3D), dalla domotica e "Internet of things-IoT", dallo sviluppo e trattamento dei Big Data.
Infine, le persone avranno a loro disposizione un'infinita gamma di possibilità di apprendimento continuo e personalizzato. Sarà sempre più diffuso l'e-learning per permettere a chiunque di apprendere senza doversi spostare fisicamente.
Tratto da: www.media2000.it di M.P. Rossignaud