Una Pubblica Amministrazione più digitale, efficiente e moderna, con maggiori servizi pubblici on line e più innovazione anche grazie alla diffusione dello smart working. È quella destinata ad uscire dalla crisi Covid-19, secondo quanto immaginano dipendenti pubblici e cittadini. Lo afferma la ricerca "La PA oltre il Covid" realizzata da FPA, presentata in occasione di "Restart Italia".
Secondo lo studio, la maggioranza degli italiani – il 57% degli intervistati – evidenzia come fatto positivo una P.A. diventata "più digitale"nel periodo dell'emergenza Covid-19, con la possibilità di accedere ai servizi in maniera più facile e veloce, mentre il 21% lo evidenzia come fatto negativo (non ha competenze o strumenti per usare questi servizi), il 6% ininfluente; solo il 9% non vede una P.A. più digitale.
Per il 53% degli italiani lo smart working è un'opportunità per un'Amministrazione più efficiente e moderna, quota ben superiore al 29% che lo considera un rischio per assenteismo e comportamenti opportunistici (il 13% lo ritiene ininfluente).
Tra le Istituzioni pubbliche impegnate nella gestione dell'emergenza gli italiani mettono al primo posto le strutture sanitarie (ne è soddisfatto il 67%), i Comuni (60%), le Regioni (60%) e poi le Istituzioni nazionali (56%). Riguardo agli aiuti europei, quasi 8 italiani su 10 (77%) conoscono o quantomeno hanno sentito parlare di "Recovery Fund" e "Next Generation EU". Nella gestione della ripartenza, la priorità su cui utilizzare i fondi è innanzitutto la salute (per il 53%), poi l'istruzione-formazione (15%). Per il 50% a gestire i fondi che arriveranno dall'Europa deve essere il Governo attraverso una Cabina di Regia centrale; solo il 27% preferirebbe le Regioni e il 13% le Amministrazioni locali.
Per i lavoratori della P.A. le azioni più urgenti per rendere l'amministrazione adeguata a gestire questa ingente mole di risorse sono nuove assunzioni (per il 36,1% degli intervistati) e una radicale semplificazione normativa (31,9%), a seguire, formazione del personale interno (18,3%).
A proposito di smart working, invece, è considerato un fatto positivo, anche se i dipendenti pubblici non vedono ancora un nuovo orientamento ai risultati: per il 42,8% la pratica della valutazione non è cambiata, per il 44,6% non ci sono ancora cambiamenti in questo senso, solo segnali di miglioramento, il 12,6% vede un reale cambiamento. Con il lavoro a distanza si avverte maggiormente la necessità di una condivisione costante ed efficace di obiettivi e strategie. Per la maggioranza non è migliorata la comunicazione interna ma ci sono segnali di cambiamento (40,6%) o non c'è miglioramento e appare insufficiente (36,1%). Se a giugno 2020, oltre il 60% dei rispondenti esprimeva fiducia nello smart working poiché avrebbe portato un cambiamento positivo nella P.A., a qualche mese di distanza, la fiducia resta alta con il 55,1% dei lavoratori ottimista sul fatto che possa accadere pur se crede che ci vorrà più tempo.
Infine, il Decreto semplificazioni prevede importanti novità per una P.A. semplice e veloce. Secondo i dipendenti pubblici le maggiori opportunità di cambiamento vengono dalla standardizzazione della modulistica per istanze, dichiarazioni e segnalazioni (per la quasi totalità: il 94,8% degli intervistati), la valorizzazione e l'interoperabilità dei dati pubblici (90.8%), il rafforzamento degli strumenti di cittadinanza digitale (86,9%), la semplificazione del procedimento amministrativo (84,8%).
Le ricerche sono state realizzate da FPA in collaborazione con l'Istituto Piepoli una su un campione di 1.000 persone rappresentativo della popolazione italiana e l'altra su oltre 2.000 dipendenti pubblici.