Truffe on line e coronavirus
Che in questo periodo di emergenza da coronavirus le attività di hacker e truffatori siano aumentate è cosa nota. Le difese delle aziende e delle organizzazioni non sono sempre attente alle minacce e questa emergenza ha aperto ovunque le porte ai cyber criminali. Di questo si è occupata una ricerca effettuata, durante il mese di marzo, da Trend Micro e da Boston Cunsulting Group-BCG che hanno tenuto sotto controllo la rete e le azioni del truffatori ricavandone alcuni interessanti dati.
Gli strumenti utilizzati sono parecchi. Dai finti siti governativi a campagne di fund raising a comunicazioni su possibili cure a siti di informazione inesistenti, tutti schemi-truffa con la richiesta di dati sensibili, a privati o aziende, per perpetrare truffe.
La modalità più utilizzate dai criminali informatici sono state le campagne spam, che segnano il 65,7% degli attacchi; segue poi il 26% dei malware; il 7,5% degli Url maligni e altre fra cui le truffe BEC-Business Email Compromise e i ransomware.
Fra i Paesi più colpiti l'Italia è quarta a livello globale per spam ricevuto e sesta per numero di file maligni rilevati.
Un'altra valutazione del BCG, stima che in queste ultime settimane sono stati acquisiti numerosi domini web "Covid-19", utilizzati dai cyber criminali informatici per sembrare veri portali di informazione sull'emergenza. I furfanti stanno inoltre compiendo numerosi tentativi di phishing con email che hanno l'aria di provenire da organizzazioni autorevoli mentre, in realtà, sono truffe.
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