Centouno strutture della sanità pubblica in Italia sono state analizzate per capire meglio la loro presenza sui social e l'utilizzo degli stessi per promuovere la salute.

La ricerca è stata effettuata dall'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri IRCCS, in collaborazione con l'Università di Cagliari e l'Università Bicocca di Milano, nella quale viene rilevato che se da un lato è aumentata la presenza delle aziende sanitarie sulle principali piattaforme social media, dall'altro è scarso l'uso dello strumento.

I numeri: il 78 % (su 101) delle ASL nazionali ha un proprio profilo su almeno una piattaforma. YouTube è la "preferita" dal 56% delle Aziende, a seguire Facebook (54%), Twitter (39%), Google Plus (32%, LinkedIn (24%) e Instagram (9%).

Dall'analisi dei profili attivi, quelli con almeno un post pubblicato nel 2018, risulta che la percentuale di Asl che utilizza almeno una piattaforma social scende al 62% con Facebook che con il 47% supera YouTube al 38%; Twitter ottiene il 33%; Instagram si conferma al 9% mentre Google Plus e LinkedIn scendono: all'11% la prima e al 6% la seconda.

Il curatore dell'indagine, Eugenio Santoro, valuta questi dati confermando la crescita della presenza di profili delle Asl sui social media, ma esprime anche la convinzione che così organizzata "la comunicazione resta unidirezionale" e che "occorre che le Asl ripensino a strategie tese a migliorare la comunicazione della salute tramite i social". Perché non è sufficiente dotarsi di professionalità che sanno di social ma è necessario un serio progetto di comunicazione.  

www.marionegri.it – da "Corsera"