Nuova edizione - N° 40 del 22 aprile 2013
Twitter e il rigore istituzionale

Come gestire un tweet in momenti di crisi, anche locali e circoscritte? Se il giornalismo è la prima bozza della storia, allora Twitter è la prima bozza del giornalismo. E la tragedia di Boston evidenzia, ancora una volta, la potenza e il limite del cinguettare.

Proponiamo alla riflessione dei lettori di “comunicatori & comunicazione” due punti di vista: quello del giornalista che usa ogni mezzo per dimostrare di essere arrivato primo e quello, che ci interessa maggiormente, del comunicatore pubblico, il quale deve invece gestire la diffusione delle notizie istituzionali.
Secondo Ari Fleischer, che ha collaborato con George W. Bush nella relazione con i media, occorre prima di tutto evitare il sensazionalismo, le ipotesi (che potrebbero essere smentite) e, noi aggiungiamo, anche le informazioni ambigue, che si prestano a codifiche diversificate, tanto da generare interpretazioni e la diffusione di voci incontrollate.
Come si deve, quindi, comportare il comunicatore pubblico? Poiché non è suo compito rincorrere i fatti, facendo cronaca giornalistica, deve invece preoccuparsi di rassicurare, di evidenziare che le istituzioni ci sono, che le massime autorità hanno il controllo del problema, che stanno gestendo l'emergenza in ogni modo e che la collaborazione, da parte di tutti, sarà fondamentale, prima per aiutare le persone che hanno bisogno e poi per individuare le responsabilità. E questo è possibile anche quando si utilizzano gli strumenti più moderni della comunicazione social. Prestando particolare attenzione alle cosiddette notizie off topic (fuori tema), che negli automatismi generalmente attivati possono provocare il mescolamento tra informazioni serie, legate al rigore del momento, con altre più frivole.
Inoltre, occorre evitare di assecondare chi è alla ricerca di responsabilità, a maggior ragione se di natura politica.
Meglio, piuttosto, puntare sull'aspetto umano, sui sentimenti. Così come ha fatto Barak Obama: “All Americans stand with the people of Boston”.


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